Datio in solutum e azione revocatoria. (Cass. Civ., Sez. II, ord. n. 13227 del 14 maggio 2024)

Una compravendita comportante una datio in solutum, mediante la cessione di beni con imputazione del prezzo a compensazione di un debito scaduto, costituisce una modalità anomala di estinzione dell’obbligazione ed è, quindi, assoggettabile all’azione revocatoria ordinaria promossa dal curatore.

Commento

(di Daniele Minussi)
La cessione di un immobile quale modalità alternativa rispetto alla corresponsione di una somma di denaro allo scopo di estinguere un'obbligazione pecuniaria scaduta difficilmente potrebbe essere qualificata altrimenti rispetto ad uno strumento anomalo di pagamento, ex se sintomo di una situazione finanziaria di difficoltà a far fronte ai propri impegni. L'assoggettamento a rvocatoria ne è la conseguenza logica.Banale è osservare che spesso la cosa data in pagamento abbia valore superiore rispetto al debito che viene estinto. Una situazione che non può non pregiudicare i diritti degli altri creditori.

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