Cass. civile, sez. III del 1999 numero 5947 (15/06/1999)


IIn tema di "factoring", l'affidamento riposto dal "factor" (nell'acquistare i crediti e) nel corrispondere anticipazioni al cedente si fonda, nella prassi contrattuale tra le parti, sulle dichiarazioni del debitore ceduto secondo cui i singoli crediti oggetto di cessione risultano concretamente esistenti ed esigibili, con la conseguenza che il factor acquirente (che abbia, altresì, corrisposto anticipazioni), in assenza di tali dichiarazioni, non può pretendere il risarcimento del danno dal debitore ceduto che non l'abbia, "sua sponte", avvertito del sopravvenire di circostanze ostative alla realizzazione dei crediti ceduti. IIIl "factor" che si limiti a notificare al debitore ceduto l'avvenuta cessione, in proprio favore, dei crediti vantati verso quest'ultimo dal cedente, omettendo (negligentemente) di informarsi presso il debitore ceduto circa l'esistenza dei crediti, non può poi pretendere il risarcimento dei danni dal ceduto stesso per pretesa violazione di un (inesistente) obbligo di informazione, giacché il comportamento passivo o inerte del debitore ceduto, a fronte della mera comunicazione dell'avvenuta cessione, non viola il principio di correttezza e buona fede, non essendo detto debitore obbligato a porre in essere uno specifico comportamento nei confronti del cessionario tale da implicare un aggravamento della sua posizione.

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