Differenza tra divisione rimessa alla stima del terzo e divisione dell'esecutore testamentario



Il progetto divisionale rimesso dal testatore al terzo ai sensi del II comma dell'art. 733 cod.civ. sortisce effetti meramente obbligatori, dovendo poi essere recepito nell'atto divisionale da parte dei coeredi. La divisione operata dall'esecutore testamentario possiederebbe invece, secondo un'opinione nota1, un'immediata efficacia dispositiva, produrrebbe cioè effetti reali tra i condividenti.

Dal punto di vista normativo, a mente del II comma dell'art. 706 cod.civ. l'esecutore testamentario procede alla divisione tra gli eredi dei beni dell'eredità dopo aver sentito gli eredi.

Qualche difficoltà può sorgere dall'esame del modo di disporre del I comma della norma citata secondo il quale, non essendo l'esecutore erede o legatario, si procede alla divisione osservandosi il disposto dell'articolo 733 cod.civ. .

Secondo un'opinione nota2 questo richiamo varrebbe a connotare la figura dell'esecutore che procede alla divisione come dotato degli stessi poteri dei quali è titolare il terzo al quale il testatore ha deferito la stima di cui all'art. 733, II comma, cod.civ.. Si noti da questo punto di vista la singolare simmetria delle due norme, le quali entrambe si riferiscono al caso in cui l'esecutore o il terzo incaricato dal testatore non rivestano la qualità di eredi o di legatari.

Sembra preferibile ritenere che il legislatore si sia preoccupato della coerenza del sistema: l'apparente ripetizione è in realtà una precisazione intesa ad evitare fraintendimenti, comunque divergendo la figura dell'esecutore testamentario rispetto a quella del terzo di cui all'art. 733 cod.civ. per la varietà delle funzioni al primo rimesse nota3. Deve infine osservarsi che la gravità degli effetti di un atto immediatamente incidente sulle posizioni soggettive dei coeredi ad opera di un terzo avrebbe richiesto ben altra chiarezza ed esplicatività del laconico rinvio operato dall'art. 706 cod.civ. .

Note

nota1

Cfr. Capozzi, Successioni e donazioni, Milano, 1982, p.775.
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nota2

Così Mengoni, La divisione testamentaria, Milano, 1950, p.164; Talamanca, Successioni testamentarie, in Comm cod. civ., a cura di Scialoja-Branca, Bologna-Roma, 1978, pp.515 e ss..
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nota3

Si vedano Natoli, Sui caratteri della divisione effettuata dall'esecutore testamentario, in Foro pad., vol. III, 1954, pp.1 e ss.; Migliori, Aspetti pratici dell'esecuzione testamentaria, in Riv. not., 1971, p.261; Trimarchi, Esecutore testamentario (dir. priv.), in Enc. dir., p.400.
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Bibliografia

  • MENGONI, La divisione testamentaria, Milano, 1950
  • MIGLIORI, Aspetti pratici dell'esecuzione testamentaria, Riv.not., 1971
  • NATOLI, Sui caratteri della divisione effettuata dall'esecutore testamentario, Foro pad., III, 1954
  • TALAMANCA, Successioni testamentarie, Bologna - Roma, Comm.cod.civ. a cura di Scialoja e Branca, 1978
  • TRIMARCHI, Esecutore testamentario (dir.priv.), Enc.dir., XV, 1966

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