Cass. civile, sez. I del 2001 numero 11880 (20/09/2001)


L'azione diretta nei confronti del magistrato e dello Stato, quale responsabile civile per reati commessi nell'esercizio delle sue funzioni, si riferisce a fattispecie che presuppongono la costituzione di parte civile nel processo penale instaurato a carico del magistrato stesso oppure, se fatte valere con un autonomo processo civile, una sentenza penale di condanna del medesimo passata in giudicato (in motivazione si è asserito che, poiché la commissione di un reato nell'esercizio delle funzioni giurisdizionali comporta un azzeramento degli istituti di garanzia previsti dalla legge, così che il magistrato autore dell'illecito può essere aggredito dal soggetto che si assume danneggiato dal fatto reato come qualsiasi cittadino, appare evidente che ove il preteso danneggiato potesse liberamente agire in giudizio civile nei confronti del magistrato e/o dello Stato sulla semplice prospettazione di ipotesi di reato risulterebbero totalmente vanificate le limitazioni poste dalla l. n. 117 del 1988 a tutela della posizione istituzionale del magistrato stesso).

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