Cass. civile, sez. I del 1979 numero 4650 (10/08/1979)


Poiché l'esame diretto, ad opera del giudice, dell'interdicendo o dell'inabilitando costituisce un presupposto necessario per la pronuncia d'interdizione o d'inabilitazione, il 'legittimo impedimento' dell'interdicendo o dell'inabilitando, che, a norma dell'art. 715 cod. proc. civ., impone al giudice istruttore di recarsi, con l'intervento del pubblico ministero, a sentire tali soggetti nel luogo in cui si trovano, non è da valutare con criteri formalistici e può identificarsi anche con una ripulsa a comparire che sia in relazione con la malattia mentale degli esaminandi medesimi. Pertanto, anche nel caso che l'esame predetto non abbia avuto luogo per il reiterato rifiuto dell'interdicendo a comparire innanzi il giudice istruttore, questi ha sempre l'obbligo di recarsi, con il pubblico ministero, a sentirlo nel luogo in cui si trova e, solo se il soggetto insiste ancora nel rifiuto di farsi esaminare, soltanto allora il giudice - dato atto, nel verbale, del comportamento dell'interdicendo - può ritenersi sciolto dall'obbligo di procedere all'espletamento del mezzo istruttorio.

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