Cass. civile, sez. II del 1983 numero 2864 (26/04/1983)


La comunione, anche del suolo, di cui all' art. 1117 cod. civ., postula che su uno stesso suolo insistano diversi piani o porzioni di piani costituenti un unico edificio, onde le costruzioni fra loro separate, ancorché su suolo originariamente del medesimo proprietario, non rientrano nella previsione della citata norma e delle presunzioni di comunione ivi poste con la conseguenza che con il loro trasferimento viene alienato pure il suolo sul quale esse sorgono, a meno che l' alienante non costituisca soltanto un diritto di superficie in favore dell' acquirente (ai sensi dell' art. 952 cod. civ.) riservandosi, al momento della vendita, la proprietà del suolo su cui l' immobile insiste. (Nella specie, il S.C., enunciando il surriportato principio, ha cassato la decisione di merito che aveva ritenuto operante la presunzione di comunione del suolo ex art. 1117 cod. civ. nel caso di appartamenti costruiti su suolo originariamente comune, ma reciprocamente del tutto autonomi, avendo ciascuno di essi propri accessi, proprie scale, propri muri maestri e propri tetti).

Documenti collegati

Percorsi argomentali

Aggiungi un commento


Se vuoi aggiornamenti su "Cass. civile, sez. II del 1983 numero 2864 (26/04/1983)"

Iscriviti alla Newsletter di WikiJus!

Iscriviti