Cosa deve fare il notaio autenticante una scrittura privata? Non può limitarsi ad effettuare il mero controllo di legalità delle pattuizioni, bensì anche indagare sulla volontà delle parti. (Cass. Civ., Sez. II, sent. n. 19350 del 12 settembre 2014)

Il notaio, così come indicato nella circolare dell’11 ottobre 2011 del Consiglio Nazionale del Notariato in materia di mediazione civile, non solo è sempre tenuto a verificare il controllo di legalità sulla scrittura privata che si appresta ad autenticare, ma anche a svolgere l’indagine della volontà delle parti.

Commento

(di Daniele Minussi)
A dispetto della diffusa convinzione in base alla quale il notaio, in fondo, "mette un timbro su un pezzo di carta", la S.C. precisa il contenuto della prestazione notarile in riferimento all'attività di autenticazione delle semplici scritture private (non già degli atti pubblici). Non soltanto il notaio ha il compito di verificare la rispondenza a legge di quanto le parti hanno tra loro convenuto, ma la sua funzione si spinge all'indagine circa la precisa volontà delle parti. Quella che in gergo si chiama "funzione di adeguamento" è per l'appunto la più preziosa peculiarità dell'operato del notaio. Egli infatti, sulla scorta della propria conoscenza del mondo giuridico è il soggetto deputato dall'ordinamento a conferire la forma più appropriata dal punto di vista legale ad una volontà altrimenti informe, in quanto inconsapevole delle conseguenze giuridiche scaturenti da scelte errate o inappropriate dal punto di vista delle espressioni adoperate concretamente.
In questo senso poco importa che si tratti di atto pubblico o di scrittura privata: la prestazione notarile in entrambe le ipotesi possiede lo stesso contenuto, in funzione di prevenzione delle controversie.

Aggiungi un commento