Rapporto tra norme regolamentari relative alle immissioni rumorose e disciplina di cui all'art. 844 cod.civ. nei rapporti fra privati. (Cass. Civ., Sez. II, n. 17051 del 05 agosto 2011)

Il D.P.C.M. del 1^ marzo 1991, il quale, nel determinare le modalità di rilevamento dei rumori e i limiti di tollerabilità in materia di immissioni rumorose, al pari dei regolamenti comunali limitativi dell’attività rumorosa, fissa, quale misura da non superare per le zone non industriali, una differenza rispetto al rumore ambientale pari a 3 decibel in periodo notturno e in 5 decibel in periodo diurno, persegue finalità di carattere pubblico e opera nei rapporti fra i privati e la pubblica amministrazione. Le disposizioni in esso contenute, perciò, non escludono l’applicabilità dell’art. 844 c.c. nei rapporti tra i privati proprietari di fondi vicini.

Commento

(di Daniele Minussi)
Quale importanza ha l'accertamento della violazione (o della mancata violazione) delle norme regolamentari che disciplinano le immissioni sonore? Sicuramente le stesse valgono a disciplinare i rapporti tra il privato e l'amministrazione. I rapporti interprivati invece sono regolati dall'art.844 cod.civ. i cui parametri sono ancorati al concetto di "normale tollerabilità".

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