L’atto pubblico con cui si costituisce ipoteca volontaria a garanzia di un'obbligazione fidejussoria a garanzia di un finanziamento da concedersi da parte di un ente non ancora identificato non può costituire titolo esecutivo. (Cass. Civ., Sez. III, sent. n. 17886 del 31 agosto 2011)

L'atto pubblico con il quale venga costituita ipoteca volontaria in favore di una banca da parte di società terze a garanzia di un'obbligazione fideiussoria futura che la banca medesima abbia promesso di prestare per garantire un finanziamento da concedersi alla società debitrice principale da parte di mutuante estero non ancora identificato, nel contesto di un'operazione bancaria di credito di firma, non può costituire titolo esecutivo in favore della banca medesima nei confronti della predetta debitrice principale ai sensi dell'art. 474, comma II, n. 3 c. p.c. (nel testo vigente prima della sostituzione compiuta con l'art. 2, comma III, lettera e del d.l. n. 35/2005, convertito nella l. n. 80/2005) dal momento che tale atto non contiene l'assunzione di un'obbligazione da parte del debitore principale nei confronti dell'istituto bancario. Ne consegue la nullità del pignoramento eseguito in virtù di tale titolo invalido, dalla banca che abbia agito in regresso per il rimborso del pagamento eseguito in virtù della fideiussione assunta.

Commento

(di Daniele Minussi)
Non si può concordare con le conclusioni raggiunte dalla S.C..
Invero il titolo esecutivo assiste un'obbligazione qualificata da dati precisi e certi in riferimento sia al soggetto creditore, sia all'entità della somma dovuta. Nella fattispecie, al contrario, tali elementi facevano difetto. Da un lato infatti l'ipoteca era stata iscritta a fronte di un finanziamento non ancora concesso da un soggetto terzo, dall'altro neppure l'importo di tale finanziamento, il tasso di interesse, l'importo delle singole rate era stato determinato, facendo difetto l'indicazione di quel credito certo liquido ed esigibile che costituisce il presupposto dell'esecutività del titolo

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