Institutio ex re certa: susseguente alienazione del bene, conseguenze relative alla permanenza o meno della delazione ereditaria. (Cass. Civ., Sez. VI-II, sent. n. 6972 del 17 marzo 2017)

In tema di successione testamentaria, l' ''institutio ex re certa'' ha ad oggetto un bene determinato e solo di riflesso la quota, sicché l'alienazione successiva del bene attribuito implica la revoca della istituzione di erede o l'attribuzione di una quota maggiore rispetto a quella assegnata a favore di altro coerede, senza che possa trovare applicazione l'art. 686 c.c. in materia di legato, in quanto l'art. 588, comma II, c.c. consente di determinare la quota spettante all'erede sulla base del valore dei beni assegnati ed in rapporto al valore del restante patrimonio eventualmente assegnato ad altri coeredi.

Commento

(di Daniele Minussi)
Nel caso di specie il bene oggetto dell'institutio ex re certa era stato donato dallo stesso testatore al medesimo soggetto attributario della liberalità testamentaria. Il vero perno del ragionamento è costituito dal fatto se l'institutio abbia efficacia espansiva o meno. Se cioè essa segni il limite dell'attribuzione oppure debba essere reputata come pars quota dell'intero asse, con il logico corollario dell'attribuzione all'istituito anche della quota parte dei beni non espressamente destinati. Il ragionamento svolto dalla S.C. parrebbe dare per presupposta tale soluzione.

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