E’ da escludersi il danno al decoro dell’edificio allorché se non sono intervenute, nella ristrutturazione della soffitta, modifiche esterne. (Cass. Civ., Sez. VI, sent. n. 1326 del 30 gennaio 2012)

Deve essere esclusa la lesione del decoro architettonico dell’edificio di fronte alla trasformazione della soffitta in unità abitativa che si risolve in una ristrutturazione mediante opere interne senza variazione né ampliamento di volume dei locali originari e dunque irrilevanti per l’estetica del fabbricato. Infatti, ai fini della tutela in materia di innovazioni e di limiti per lesione al decoro architettonico dell'edificio, devono essere poste in essere opere in modo visibile e significativo, tali da alterare la complessiva armonia e struttura che conferiscono al fabbricato specifica identità.

Commento

(di Daniele Minussi)
Nel caso di specie non era stata apportata alcune immutazione nella facciata nè nella copertura dello stabile condominiale, di tal che nessuna obiezione poteva essere svolta in riferimento all'eventuale turbativa del decoro architettonico.

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