Donazione non ancora perfezionata per mancata notifica dell'accettazione del donatario: animus detinendi o animus possessionis in capo a quest'ultimo? (Cass. Civ., Sez. II, sent. n. 7821 del 16 aprile 2015)

In presenza di un contratto di donazione non ancora perfetto, per la mancanza della notificazione al donante dell'atto pubblico di accettazione del donatario, ai sensi dell'art. 782, comma II, c.c., va riconosciuto in capo all'accipiens il solo animus detinendi e non l'animus possidendi, trattandosi di negozio traslativo non ancora venuto ad esistenza in quanto privo dell'elemento conclusivo di una fattispecie a formazione progressiva.
Non costituisce atto di interversione della detenzione in possesso, ai sensi dell'art. 1141, comma II, c.c., la destinazione di un immobile da parte del detentore ad esercizio di culto, trattandosi di attività compatibile con l'appartenenza del bene a privati che, come previsto dall'art. 831, comma II, c.c.., non manifesta in modo inequivocabile e riconoscibile dall'avente diritto pretese dominicali sul bene trascendenti i limiti della detenzione ed incompatibili con il possesso del titolare della cosa.

Commento

(di Daniele Minussi)
La donazione è un contratto: questo importa che essa può perfezionarsi anche tra persone distanti ovvero in un contesto temporale non unitario. Così una proposta del donante può ben essere successivamente accettata dal donatario. In tale eventualità, l'atto di accettazione deve essere notificato al donante ai sensi del II comma dell'art. 782 cod. civ.. Cosa riferire del tempo intercorrente tra l'intervenuta accettazione e la detta notifica? Indubbiamente il contratto non può dirsi perfezionato, con la rilevante conseguenza che la proprietà sul bene donato non può certo dirsi trasferita in capo al donante. Ecco allora che, nell'ipotesi in cui costui sia già nella posizione di poter materialmente fruire della disponibilità di tale bene, non può certo definirsi come possessore dello stesso, bensì mero detentore, sia pure nell'aspettativa di evolvere il proprio animus nella prima direzione.

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