Cass. Civ., Sez. III, n. 26516/2009. La produzione e la vendita di tabacchi lavorati rientra nelle attività pericolose ai sensi dell'art. 2050 cod.civ..

La produzione e la vendita di tabacchi lavorati costituiscono attività pericolose ai sensi dell'art. 2050 c.c., poiché i tabacchi, avendo come unica destinazione il consumo mediante il fumo, contengono in sé una potenziale carica di nocività per la salute umana; ne consegue che, ove il danneggiato abbia proposto una domanda risarcitoria - ai sensi dell'art. 2043 c.c. - nei confronti del produttore-venditore di tabacco, viola l'art. 112 c.p.c. ed incorre nel vizio di ultrapetizione il giudice che sostituisca a tale domanda quella, nuova e diversa, di cui all'art. 2050 c.c., la quale integra un'ipotesi di responsabilità oggettiva. In materia di responsabilità civile, il consumatore che, lamentando di aver subito un danno per effetto di una pubblicità ingannevole (nella specie, relativa ad una marca di sigarette con la dicitura "Light" ed "Extra Light"), agisca per il risarcimento del danno ai sensi dell'art. 2043 c.c., non assolve in modo adeguato all'onere della prova esistente a suo carico limitandosi a dimostrare il solo carattere ingannevole della pubblicità, ma è tenuto a provare l'esistenza del danno, il nesso di causalità, nonché (almeno) la colpa di chi ha diffuso la pubblicità, la quale si concreta nella prevedibilità che dalla diffusione di quel messaggio sarebbero derivate le lamentate conseguenze dannose.

Commento

(di Daniele Minussi) Sul tema cfr. Appello Roma 7 marzo 2005. In materia si fronteggiano opinioni del tutto contrastanti, rispetto alle quali la S.C. pare assumere una posizione netta, afferratrice della responsabilità ex 2050 cod.civ., sia pure nell’ambito di una pronunzia che pone i propri aspetti salienti, veri e propri obiter dicta, al di fuori del thema decidendum. Quest’ultimo era infatti focalizzato unicamente sulla nullità della pronunzia che un Giudice di pace aveva emanato sulla base di una domanda di risarcimento dei danni formulata ai sensi dell’art. 2043 cod.civ. per pubblicità ingannevole.

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