La vendita a domicilio è una speciale forma di vendita al dettaglio, già disciplinata dal D.Lgs.
114/98 .
Essa si svolge per il tramite della raccolta di ordini di acquisto effettuata presso il luogo ove si trova il consumatore. Tale raccolta interviene per il tramite di incaricati (muniti di apposito tesserino di riconoscimento), vale a dire soggetti che, indipendentemente dall'esistenza di un vincolo di subordinazione con l'impresa che svolge la relativa attività commerciale, promuovono la raccolta di ordini di acquisto presso l'utente finale.
E' evidente che, come tale, questa speciale modalità di procacciamento di clientela si presta a facili eccessi ed abusi che ben possono condurre ad equivoci e confusione presso il pubblico anche in relazione alla difficoltà di individuazione successiva dei soggetti incaricati. Per tale motivo l'art.
19 del predetto D.Lgs. 114/98 prevede che costoro debbano munirsi di apposito tesserino di riconoscimento, la cui mancata esibizione da luogo alla comminatoria di sanzioni amministrative ai sensi del successivo
art.20 (Cass. Civ. Sez.II,
14602/07 ).
Il
legislatore, conscio di questi rischi, è intervenuto con la Legge 17 agosto 2005, n.
173 all'evidente fine di mettere ordine in un settore dominato da un'atipicità di figure professionali (cfr. l'art.
3 della legge cit.). Anzitutto è stata esclusa dall'attività in considerazione l'offerta di servizi finanziari, assicurativi, di vendita, costruzione o locazione di immobili (art.
1 della Legge 173/05). Viene inoltre disciplinato il rapporto tra impresa affidante e l'incaricato alla vendita diretta (art.
4 della Legge 173/05).
Notevole, tra le altre, la prescrizione secondo la quale l'incarico senza vincolo di subordinazione attribuito ad un "plurimandatario" (cfr. art.
3, III comma, della Legge 173/05)
debba essere provato per iscritto e possa "essere liberamente rinunziato, anche per fatti concludenti con relativa presa d'atto dell'impresa affidante ".