La legge urbanistica 1150/42




La Legge 17 agosto 1942, n.1150 , pur in esito al decorso di oltre mezzo secolo dalla promulgazione, è ancora da considerarsi fondamentale ai fini della pianificazione del territorio. La c.d. legge urbanistica generale del 1942 (ancora vigente, pur essendo stata ampiamente emendata e modificata) predispose infatti un'integrale pianificazione dell'intero territorio comunale, da intendersi ripartito in zone funzionali diverse per destinazione d'uso. Si pose altresì il principio secondo il quale la definizione della destinazione d'uso dei terreni operata dal piano costituisse implicitamente un limite all'utilizzazione di essi da parte dei proprietari. Ciò sotto un profilo sia qualitativo (con riferimento alle diverse finalizzazioni), sia quantitativo (con riferimento ai diversi indici di edificabilità).

Notevole è la distinzione fra due distinti livelli di pianificazione dell'uso del suolo: quello riguardante i singoli aggregati urbani e quello avente ad oggetto più ampie porzioni di territorio. Al livello inferiore si poneva la redazione di piani regolatori generali, obbligatoria per i Comuni compresi in appositi elenchi approvati con decreto del Ministro per i Lavori Pubblici. I Comuni che non fossero stati compresi negli elenchi suddetti erano comunque tenuti ad elaborare un programma di fabbricazione, con l'indicazione dei limiti delle zone urbane e dei relativi tipi edilizi.Ad un livello di pianificazione più elevato venne disposta la redazione di piani territoriali di coordinamento. Essi dovevano avere come termine di riferimento aree di maggiore estensione rispetto al centro abitato, individuate ad opera del Ministero dei Lavori Pubblici.L'elaborazione di piani regolatori intercomunali avrebbe dovuto consentire il coordinamento dell'attività urbanistica allo scopo di armonizzare la crescita di più Comuni vicini. L'art. 7 della Legge del 1942 nel suo testo originario assegnava al piano regolatore generale (PRG) la funzione di individuazione dei vincoli da osservare nell'attività edilizia, tenendo conto dell'estensione globale del territorio comunale, indicando l'allocazione di opere ed impianti pubblici di interesse generale, delle aree destinate a formare spazi di uso pubblico e la divisione in zone del territorio, specificando quelle destinate all'espansione del tessuto urbano.La concreta attuazione di queste prescrizioni venne demandata tuttavia ai cosiddetti piani particolareggiati di esecuzione (formati discrezionalmente dall'autorità comunale).

Uno degli aspetti più rilevanti della legge urbanistica del 1942 consiste nella previsione di una compiuta disciplina relativa al rilascio della licenza edilizia per le costruzioni da eseguirsi nei centri abitati, fondamentale provvedimento che poi venne immutato nella concessione edilizia (ai sensi della Legge 10/77 ) e, in tempi più recenti, nel permesso di costruzione (T.U. 380/01 ).

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