Invito alla ratifica e silenzio



Ai sensi del IV comma dell'art.1399 cod.civ., dettato in tema di contratto concluso a nome altrui da un soggetto privo di poteri rappresentativi, "il terzo contraente può invitare l'interessato a pronunziarsi sulla ratifica assegnandogli un termine, scaduto il quale, nel silenzio, la ratifica s'intende negata".

La norma dunque prevede un'ipotesi di silenzio normativamente previsto come significativo. La ratifica è qualificata dagli interpreti come atto negoziale unilaterale recettizio nota1 , mediante il quale il soggetto falsamente rappresentato manifesta all'altro contraente la volontà di appropriarsi comunque degli effetti dell'atto posto in essere dal falsus procurator, atto altrimenti inefficace. Si dice anche che la ratifica in questo senso è assimilabile ad una procura successivanota2 .

La norma citata risolve il problema del contegno omissivo del soggetto falsamente rappresentato al quale sia stato richiesto di pronunziarsi circa la volontà di tenere fermo il contratto, disponendo che esso equivale ad un diniego: si tratta sostanzialmente di un'ipotesi di silenzio-rigetto.

Il problema che pone la figura in esame è il seguente: può darsi la prova che, nonostante il silenzio tenuto, in realtà si voleva ratificare? Si può dar conto del fatto che, in concreto, il silenzio tenuto possa non essere il frutto di una condotta cosciente e volontaria (ad esempio perchè il soggetto si trovava in una situazione di incapacità naturale)?

Pare che la legge abbia tipizzato un contegno quale puro fatto giuridico, alla cui verificazione (del tutto indipendentemente dalla volontà degli effetti e dalla coscienza e volontarietà del contegno) sia inderogabilmente connessa la mancata ratificanota3 .

Note

nota1

Così Giampiccolo,La dichiarazione recettizia, Milano, 1959, p.80 e Mirabelli, Dei contratti in generale, p.399.
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nota2

nota2

In questo senso Torrente, Manuale di dir.priv., Milano, 1985, p.237.


nota3

Conforme Bianca, Diritto civile, vol.III, Milano, 2000, p.113.


Bibliografia

  • GIAMPICCOLO, La dichiarazione recettizia, Milano, 1959

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