Cass. civile del 1990 numero 8315 (16/08/1990)


Con riguardo alla comunione pro indiviso l'alienazione che il comproprietario faccia del suo diritto determina l'ingresso dell'acquirente nella comunione soltanto nel caso in cui l'alienazione riguardi la quota o una frazione di questa, con la conseguenza che l'acquirente quale successore a titolo particolare dell'alienante è legittimato a doman-dare lo scioglimento della comunione a norma dell'art. 1111 cod. civ. nell'assunta qualità di partecipante; qualora, invece, il comproprietario disponga di un singolo bene, o di una frazione di esso, tra quelli compresi nella comunione, l'alienazione ha efficacia non reale, bensì solo obbligatoria, con la conseguenza che della comunione continua a far'parte il disponente, il quale resta pertanto titolare della azione di cui all'art. 1111 cod. civ., potendo l'avente causa soltanto avvalersi dei diritti accordatigli dall'art. 1113 cod. civ.

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