Cass. civile, sez. II del 1995 numero 11036 (24/10/1995)


In tema di garanzia per vizi della cosa venduta, il principio secondo cui l'azione redibitoria e quella estimatoria (o "quanti minoris"), essendo incompatibili tra loro, in quanto preordinate alla tutela di un medesimo diritto l'una attraverso la risoluzione e l'altra mercè il mantenimento del contratto, non possono essere esercitate contestualmente, né alternativamente, né subordinatamente, l'una rispetto all'altra, incombendo sul compratore l'onere di operare la scelta relativa, non si applica alle ipotesi in cui l'azione di riduzione è accordata al compratore in via esclusiva (art. 1492, comma terzo, cod. civ.). Pertanto, in caso di alienazione o trasformazione della cosa venduta, da parte del compratore, qualora originariamente sussista dubbio sull'ammissibilità dell'azione redibitoria, ovvero l'ammissibilità della stessa sia contestata dal venditore-convenuto, il compratore-attore legittimamente può - per il caso in cui detta azione redibitoria dovesse essere ritenuta inammissibile ed al fine di non perdere ogni garanzia - chiedere anche l'unica tutela apprestatagli dall'art. 1492, terzo comma, cod. civ. nell'ipotesi innanzi indicata, vale a dire l'azione di riduzione del prezzo.

Documenti collegati

Percorsi argomentali

Aggiungi un commento


Se vuoi aggiornamenti su "Cass. civile, sez. II del 1995 numero 11036 (24/10/1995)"

Iscriviti alla Newsletter di WikiJus!

Iscriviti