Cass. civile, sez. II del 1996 numero 4370 (09/05/1996)


La regola secondo cui la prova testimoniale non può avere ad oggetto apprezzamenti o giudizi, ma fatti obiettivi, deve essere intesa nel senso che essa non può tradursi in un' interpretazione del tutto soggettiva o indiretta ed in apprezzamenti tecnici o giuridici. Pertanto, in tema di prova del possesso, consistendo questo in una relazione tra il soggetto e la cosa, può formare oggetto di testimonianza l' attività attraverso la quale il potere si manifesta, non il risultato del suo esercizio nel quale il possesso si identifica.

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