Qualificazione in chiave di "professionista" ovvero di "consumatore": parziale rilevanza della natura giuridica del soggetto contraente. Foro del consumatore. (Cass. Civ., Sez. VI, sent. n. 1464 del 24 gennaio 2014)

Secondo l'orientamento giurisprudenziale italiano prevalente deve essere considerato consumatore e beneficia della disciplina di cui all'art. 1469 bis c.c. e segg. (attualmente D.Lgs. n. 206/2005, artt. 3 e 33 e segg.) la persona fisica che, anche se svolge attività imprenditoriale o professionale, conclude un qualche contratto per la soddisfazione di esigenze della vita quotidiana estranee all'esercizio di dette attività; mentre deve essere considerato "professionista" tanto la persona fisica quanto quella giuridica, sia pubblica che privata, che invece utilizza il contratto nel quadro della sua attività imprenditoriale e professionale, ricomprendendosi in tale nozione anche gli atti posti in essere per uno scopo connesso all'esercizio dell'impresa.
Deve dichiararsi la competenza del giudice ove ha la residenza l’assistito nella lite per responsabilità professionale dell’avvocato, ben potendosi riconoscere al primo la qualità di consumatore, con l’applicazione del relativo Foro, a nulla rilevando che l’interessato sia a sua volta un professionista, laddove il contratto ha per oggetto la soddisfazione di esigenze della vita quotidiana estranee all’esercizio di attività economica.

Commento

(di Daniele Minussi)
La pronunzia sancisce la non completa sovrapponibilità della nozione di "professionista" rispetto a quella di entità societaria o comunque di persona giuridica e della nozione di "consumatore" rispetto a quella di persona fisica. Ciò che conta, ai fini della considerazione di un soggetto come "professionista" o "consumatore", è, per la persona fisica, la funzione dell'utilizzo del bene o del servizio acquisito contrattualmente. Se l'acquisizione interviene per soddisfare esigenze attinenti la sfera dell'attività d'impresa il contraente deve essere qualificato come "professionista", altrimenti dovendo essere classificato come "consumatore". Sul tema si veda anche Cass. Civ., sez. III, n. 4208/2007.

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