L'appartamento in condominio viene ad essere diviso in due distinte unità immobiliari. No allo stop per l'ulteriore allacciamento alle reti dei servizi comuni, che non implica necessariamente malfunzionamento della rete elettrica, idrica, fognante. (Tribunale di Trani, sent. n. 330 del 20 febbraio 2016)

In esito alla divisione verticale dell’unità immobiliare di proprietà esclusiva avvenuta all’interno del condominio deve essere rigettata la domanda al giudice di ordinare il distacco dei nuovi allacci alla rete di servizi dovendosi ritenere che la divisione dell’appartamento non costituisce di per sé una modifica della rete, perché una rete di servizi - sia fognaria, elettrica, idrica o di altro tipo - è per sua natura suscettibile di accogliere nuove utenze, non implica comunque né un malfunzionamento degli impianti generali (ciò che è espressamente richiesto ai fini del divieto di cui all’affermato regolamento condominiale) né un uso della cosa comune che ne alteri la destinazione e impedisca agli altri di farne parimenti uso, venendo meno il condominio all’onere costituito a suo carico di dimostrare che l’allaccio di una sola nuova utenza incide nella funzionalità dell’impianto.

Commento

(di Daniele Minussi)
Gelosi del maggior uso di cavi e tubi? Può essere, ma l'allacciamento di una nuova unità immobiliare all'interno dello stesso edificio condominiale non determina indispensabilmente un aggravio delle reti di servizi comuni tali da generare un malfunzionamento. Si tratta intrinsecamente di impianti tecnologici suscettibili di consentire l'allacciamento di plurime utenze. Questa è la conclusione cui è pervenuta la Corte di merito. Peraltro è agevole osservare come non sarebbe in ogni caso consentito al condominio o ai singoli condomini sindacare sul numero delle persone che, nell'ambito della singola unità immobiliare, abitandovi, potrebbero determinare una maggiore fruizione dei detti servizi.

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