Collegamento negoziale tra donazione e susseguente vendita di terreno edificabile: elusione fiscale? (Cass. Civ., Sez. V, sent. n. 21572 del 26 ottobre 2016)

Il reddito da plusvalenza derivante da un’operazione negoziale costituita dalla donazione di terreno edificabile effettuata dalla contribuente alla figlia e dalla successiva vendita (a distanza di meno di un mese) dello stesso immobile ad una società può essere imputato alla contribuente e sottoposto a tassazione se provato sulla base di presunzioni gravi, precise e concordanti.

Commento

(di Daniele Minussi)
Come è noto, mentre la plusvalenza che una persona fisica consegue in esito alla cessione di un'unità immobiliare non genera imposizione fiscale se viene eseguita una volta trascorsi più di cinque anni dall'acquisto della stessa, non altrettanto è a dirsi per i terreni edificabili. In questo caso la plusvalenza realizzata alla vendita è tassata sempre e comunque (a meno che il contribuente non abbia approfittato delle disposizione agevolative in tema di affrancamento delle plusvalenze). Uno dei metodi più in voga per eludere il fisco è quello di provvedere a donare il bene, dichiarando in tale sede un valore allineato a quello di mercato, ad un prossimo congiunto (sfruttando la cospicua franchigia che assiste le liberalità in linea retta). Costui successivamente provvede a venderlo senza così realizzare plusvalenze in relazione al valore di carico. La S.C. ha stabilito al riguardo come non possa essere istituito alcun automatismo in relazione all'abusività fiscale di una tale condotta, da analizzare caso per caso in riferimento all'eventuale motivazione esclusivamente fiscale dei trasferimenti operati dalle parti.

Aggiungi un commento